mercoledì 1 aprile 2020

Il dado della partita

Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia. [Erasmo da Rotterdam]
Può un bambino giocare da solo una partita di calcio? 

Fortunatamente molti allenatori stanno organizzando videoconferenze, lanciano sfide sui gruppi WhatsApp per far sentire la loro vicinanza ai bimbi donando un momento di serena normalità.
Osservando da genitore e da responsabile tecnico queste iniziative è cresciuta in me l'esigenza di elaborare alcuni giochi semplici, adatti a tutti e che potessero dare la possibilità ai bimbi di ripassare "inconsciamente" gli argomenti svolti sul campo da calcio e permettere loro di rivivere i momenti emozionanti di una partita di calcio.
Ho fatto solo quello che faccio di solito per redigere una seduta di allenamento: ho pensato alle esigenze dei bambini ed ho rielaborato idee, esercizi, giochi svolti da altri.
Sono partito da questi due giochi: Rigore (gioco della mia infanzia) e SuperGoal (gioco attuale)


Ho poi pensato di coinvolgere i bambini con la loro manualità nella costruzione di un dado (che trovate allegato) ed ho contestualizzato una partita di calcio tra le mura di casa. Ecco a voi le regole.


MATERIALE OCCORRENTE:
1 dado = non quello classico, ma quello del calcio da costruire con forbici e colla
1 monetina = per decidere quale squadre inizierà il gioco
2 sedie = saranno le porte
1 pallina (va bene anche il rotolo di cartone della carta igienica)
1 stanza con un muro di sponda
- tanta fantasia per svolgere il campionato di calcio in casa


Il bambino sceglie due squadre. Svolge il lancio della monetina per decidere a chi dare la palla e poi lancerà il dado, svolgendo ciò che gli viene proposto dal dado stesso:

1) uno-due: il bambino deve effettuare un uno-due con il muro, eseguire quindi una triangolazione e riprendere il possesso della palla. Se la triangolazione non si conclude e non si riesce a riprendere la palla, questa passa alla squadra avversaria. Il bambino quindi impersonificherà l'altra squadra e inizierà l'azione da dove la palla si è fermata.

2) gioco in ampiezza: il bambino deve effettuare un auto-passaggio a destra o a sinistra, ricercando l'ampiezza. Anche in questo caso se dopo l'auto-passaggio non si riesce a tornare in possesso di palla, questa, passa alla squadra avversaria.

3) commetti fallo: nella foga della partita hai commesso fallo. Si lascia la palla nel punto dove si trova in quell'istante e la si lascia alla squadra avversaria che la rimette in gioco ritirando il dado.

4) perdi palla: stai conducendo palla, quindi ti è concesso di avvicinarti alla porta avversaria, ma poi un avversario è abile e te la "ruba", si quindi la palla alla squadra avversaria che riparte con l'azione ritirando il dado.

5) conduzione e tiro: conduco palla avvicinandomi alla porta e tiro. Al termine dell'azione la palla passa comunque alla squadra avversaria: o perchè ho fatto GOL oppure perchè ho calciato fuori.

variante per il 5: per rendere il gioco più "reale" possiamo stabilire una metà campo. Se mi trovo nella mia metà campo ed esce il numero 5 devo solo condurre palla nell'altra metà campo; se invece mi trovo nella metà campo avversaria ed esce 5 posso condurre e tirare

6) gioco a sostegno: il bambino conduce la palla verso la porta avversaria ma viene affrontato da due avversari, sceglie quindi di giocare a sostegno: esegue una finta e un auto-passaggio all'indietro, verso la propria porta. Anche in questo caso se dopo l'auto-passaggio non si riesce a tornare in possesso di palla, questa, passa alla squadra avversaria.


BUON DIVERTIMENTO

Al seguente link potrete trovare il dado da stampare o da modificare a vostro piacimento:

https://drive.google.com/open?id=1eRSXwYwl-mVc4ag1CdCgrQN3nQ1k-dSo




martedì 10 dicembre 2019

Pagare per vedere i Pulcini

Sabato scorso, 7 dicembre, Sant'Ambrogio, per la prima volta nella mia vita, mi è capitato di dover pagare il biglietto d'ingresso di 2,50€ per poter assistere alla partita di calcio di mio figlio, che gioca a calcio nella categoria Pulcini, annata 2010.

Non sono scandalizzato da questo fatto, non voglio fare il melodrammatico e nemmeno voglio mettere sulla graticola la società ospitante (che volutamente non menziono), anche perchè il biglietto d'ingersso è pratica comune e necessaria nel periodo che va da fine aprile a metà giugno, in cui le famiglie sovvenzionano i tornei di calcio sparsi per tutta Italia (e non solo).

La cosa che più mi ha colpito e mi fa ancora riflettere è che non si trattava di un torneo primaverile, ma di una gara del campionato FIGC.



So bene che questo argomento ha già sollevato in passato un polverone social:


Conosco bene le difficoltà economiche delle società che si fanno in quattro per cercare impianti, allenatori, materiale, kit d'allenamento e da gara;

conosco bene la fatica nel trovare sponsor o persone generose e munite di una passione straordinaria che decidono di investire in un'attività, quella dei piccoli, definita a carattere eminentemente promozionale, ludico e didattico [dal Comunicato Ufficale N.1 FIGC];

ma far pagare il biglietto per delle partite dell'Attività di Base mi lascia ancora molto perplesso, mi sembra una caduta di stile e una mancanza di rispetto nei confronti dei piccoli calciatori.

Non ho avuto il coraggio di chiedere se il biglietto lo facessero pagare anche ai genitori dei bambini della squadra locale. Comunque ... per poter vedere mio figlio ed i suoi compagni, ho pagato, ho anche scherzato con chi mi ha venduto il biglietto e mi sono accomodato sulle tribune. Mi sono anche goduto la partita, ma viste le condizioni del campo e quelle degli spogliatoi continuo a chiedermi:

- quanti di questi soldi raccolti settimanalmente vengono realmente investiti nel migliore le strutture (campo, spogliatoi, etc...) ?

- quanti di questi soldi raccolti settimanalmente vengono realmente investiti nell'incrementare la competenza dello staff degli allenatori?

Altra occasione persa per applicare il buon senso.

martedì 19 novembre 2019

I danni di un allenatore nel settore giovanile

Solo chi vive i campi di calcio del settore giovanile può capire i gravi danni generati da allenatori inadeguati. Danni che purtroppo toccano la sfera psicologica di un bambino. Danni che potrebbero influenzare la crescita del piccolo giocatore, non tanto per le ripercussioni nel mondo del calcio, ma purtroppo per le influenze di questi danni nella vita di tutti i giorni.

Come consuetudine del mio blog, parlo di esperienze che ho vissuto in prima persona e non per sentito dire!!!

Sabato pomeriggio. Sono sul campo a seguire, come responsabile tecnico, le partite del settore giovanile delle "mie" squadre. Durante la fase di "riscaldamento" pre-gara (se così possiamo definirlo nelle categorie dell'attività di base), l'occhio mi cade sul portiere della squadra avversaria: si siede dietro alla porta e si mette a piangere. In questi casi non riesco mai a resistere e mi avvicino al bambino, insieme al suo allenatore, persona molto dolce che mi aiuta a consolarlo.

"Non voglio giocare. I compagni dicono che sono scarso. Sbaglio e faccio perdere la squadra. Meglio che gioca XXX, lui è più forte di me."

Queste sono le parole del bimbo, parole che mi fanno riflettere, e che cerco di ammorbidire per convincerlo a tornare in campo. Fortunatamente ci riesco e la partita viene disputata serenamente senza alcun problema.

"Dov'è quindi il problema?" "Quali danni?" - vi starete chiedendo.

Fin qui nulla di strano, normale amministrazione.

Dopo qualche settimana dall'episodio, parlando al telefono con un amico di una società vicina (sia in termini chilometrici che di filosofia calcistica), mi capita di "sparlare" male (come faccio spesso) dell'operato di un allenatore (purtroppo incontrato nuovamente su un campo da calcio con dei bambini) che, con i suoi modi bruschi, umilianti e arroganti, crede di avere la verità del calcio in tasca e gestisce ogni gara dei piccoli come fosse la finale di Champions League.

Cosa scopro? Che questo esemplare di allenatore è stato l'allenatore del portierino impaurito descritto sopra, nei precedenti 4 anni!!! WOW ... e più parlo al telefono e più scopro aneddoti imbarazzanti, o meglio allarmanti sull'operato del "nuovo GURU del calcio".

Subire per ben 4 anni l'umiliazione, le urla, gli insulti dell'allenatore e, cosa ancora più grave, dei propri compagni di squadra che per colpa sua perdevano le partite ed i tornei, ha lasciato segni evidenti nell'autostima di questo bambino.


Mi chiedo:

- ma tu società che permetti ad uno così di gestire dei bambini, come fai a stare serena? 

- ma tu genitore che vedi tuo figlio subire pressioni psicologiche di questa portata, perchè non lo fai presente alla società?

- ma tu presunto allenatore, ti sei mai chiesto quali DANNI stai provocando nelle menti dei bambini che credi di allenare?



Chiarisco:

per evitare fraintendimenti, visto che poi la gente dice in giro che sembra che sia bravo solo io, che si lavori bene solo nella società in cui opero!!!

- non pretendo di avere ragione o di dover insegnare ad altri il mestiere dell'allenatore del settore giovanile

- voglio solo dare uno spunto di riflessione soprattutto ai genitori per poter valutate bene se l'ambiente in cui si allena vostro figlio sia sereno o se invece sia fonte di inutili pressioni psicologiche



Dal Comunicato Ufficiale N.1 del Settore Giovanile e Scolastico:




martedì 13 agosto 2019

Vibe o Nuova ... Ronchese?


Mi dispiace tornare a scrivere sul mio blog per una questione non puramente tecnica, ma dopo la pubblicazione di questo articolo sui giornali locali, sento il bisogno di dire la mia sull'argomento.



Qualcuno potrebbe chiedermi? - "Chi sei tu per avere voce in capitolo su questa faccenda?" Risposta: "Ho allenato le squadre del settore giovanile della Nuova Ronchese (prima della fusione) e della Vibe Ronchese (dopo la fusione) ed attualmente ricopro il ruolo di responsabile tecnico del settore giovanile della Vibe Ronchese. Quindi i due ambienti li conosco bene".

Premetto subito che in questo post non mi schiererò nè da una parte e nè dall'altra, non è questo il mio obbiettivo. La cosa che mi interessa è solo salvaguardare il CALCIO dei BAMBINI.

Per settimane sono stato in silenzio ad osservare le provocazioni, gli insulti e le polemiche e quando i toni hanno raggiunto livelli esagerati, mi sono prodigato di contattare gli interessati di entrambe le parti, chiedendo loro di moderare i toni o meglio ancora, di deporre le armi, perchè questa GUERRA DI RELIGIONE non sarebbe servita a nessuno,  anzi era l'ennesima esibizione negativa, di un qualcosa che personalmente sto cercando di COMBATTERE e CONTRASTARE da anni, prima alla Nuova ed ora alla Vibe Ronchese.

E' veramente strano come possa far più scalpore e generare maggior interesse un fatto negativo piuttosto che anni di duro lavoro (di entrambe le società) al servizio della crescita, formazione ed educazione dei bambini e dei ragazzi di Ronco, Bernareggio, Villanova e paesi limitrofi.

Vorrei quindi chiedere a tutte le persone coinvolte di tornare a parlare di CALCIO SANO, di calcio a livello di bambino e di avere almeno l'accortezza di tenere fuori da queste polemiche i SETTORI GIOVANILI e tutte le persone che come me ci mettono la faccia e credono in un CALCIO EDUCATO.

Sono infastidito, come amante del calcio e come addetto ai lavori, da frasi del tipo: "Come si fa ad iscrivere un bambino in una società così?" - sia chiaro, rivolte sia alla Nuova che alla Vibe Ronchese - perchè so quante persone educate, volenterose, competenti, spendono parte del loro tempo libero dietro all'illusione di poter CAMBIARE i luoghi comuni del calcio.

Non accetto quindi che dei capricci degli adulti nati SOLO ESCLUSIVAMENTE per incomprensioni sulla PRIMA SQUADRA, mettano in cattiva luce i progetti formativi che si vogliono realizzare con i bambini ed i ragazzi.

Concludo dicendo che tutti noi possiamo avere visioni diverse su come organizzare una società sportiva e credo che sia lecito anche creare qualcosa di alternativo da offrire alle famiglie dei nostri paesi. Il tutto però deve sempre essere fatto con il massimo RISPETTO e la massima EDUCAZIONE possibile, perchè poi certi valori, su un campo da calcio, diventano difficili da INSEGNARE.


venerdì 1 febbraio 2019

Il calcio ai tempi di WhatsApp

Come è difficile seguire tutti i gruppi WhatsApp!!! 

Ormai le comunicazioni ufficiali vengono fatte mediante questo strumento: amici, scuola, catechismo, società sportive. Calcio incluso.

Bellissimo!!! Per uno tecnologico come il sottoscritto che svolge il triplice ruolo di genitore, allenatore e responsabile è il massimo: avvisare in un secondo tutti i genitori sugli orari di svolgimento degli allenamenti, delle partite o eventuali variazioni dell'ultimo momento, credo sia fantastico.

Purtroppo i problemi non vengono creati dallo strumento, ma da chi lo usa (o meglio abusa).

Non vorrei dare lezioni di come si utilizzino i "social", per non passare per "professore", ma se un gruppo WhatsApp, creato come BACHECA INFORMATIVA per i genitori, viene scambiato per un "luogo" dove tutti possono dire tutto e criticare l'operato di persone educate, intravvedendo sempre la malafede o la persecuzione nei confronti del proprio figlio, gridando allo SCANDALO, all' INGIUSTIZIA o all' EMARGINAZIONE, permettetemi che un minimo di "orticaria" mi possa venire.

Sono però abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno e con piacere condivido un esempio positivo: un bellissimo messaggio postato da un papà (che ringrazio affettuosamente) su uno di questi famosissimi gruppi.

Se tutti i genitori fossero come questo padre e riscoprissero veramente il loro ruolo, non ci sarebbe bisogno di nascondersi dietro ad un gruppo WhatsApp per giustificare l'operato del figlio, ma basterebbe serenamente SPIEGARE AL FIGLIO LA VERITA'.



Ciao a tutti
Premetto che l’intenzione di queste mie parole non è sollevare altre polemiche ma cercare di riflettere su alcuni aspetti riassumendo questi primi 4 mesi in poche parole 
Allora... all’inizio dell’anno venivano convocati per le partite più o meno tutti.
RISULTATO: ci siamo lamentati che non era  giusto “buttare” nelle partite dei bambini non ancora pronti tecnicamente chiedendo più allenamenti

A questo punto  si è deciso di prediligere nelle convocazioni i bambini più pronti.
RISULTATO: abbiamo sottolineato l’importanza che tutti i bambini abbiano la possibilità di giocare le partite 

Poi ad un certo punto si è deciso che per le convocazioni, oltre al livello tecnico, si premiava la costanza o l’impegno del bambino in modo da dare più o meno la possibilità a tutti di giocare.
RISULTATO: anche così non va bene perché se un bambino si ammala non è giusto “punirlo” con una non convocazione
Quindi cosa vogliamo fare? Cosa vogliamo chiedere alla società... non troveremo MAI una linea di condotta che vada bene a tutti.

Guardate non voglio criticare nessuno o prendere le difese di nessuno e tantomeno sollevare altre polemiche; vorrei solo sottolineare come sia difficile accontentare tutti. A volte bisognerebbe  accettare un compromesso che vada bene più o meno a tutti, tra quello che desideriamo e quello che ci viene offerto.
Spiegare a mio figlio che sabato non giocherà la partita perché altri bambini si sono allenati durante la settimana e lui no,  lo vedo come un insegnamento sul fatto che l’impegno e la “dedizione” alla lunga pagano. 
Grazie

giovedì 26 luglio 2018

Riscoprire il "PARTITONE" in Oratorio

Agosto è alle porte. Le società dilettantistiche hanno appena concluso i loro Campus Estivie i loro Open Day. Finalmente si stacca la spina. Proprio in questo momento di relax inizia la fase "critica" delle scelte (anche se qualche società si è già portata avanti facendo firmare cartellini a luglio!!!).

"In quale società calcistica iscriverò mio figlio?"

Molte famiglie sono già certe di rinnovare l'iscrizione a Settembre nella società in cui già erano lo scorso anno o dove già gioca un amico del figlio. 
Molte famiglie sono già certe di cambiare società (allenatori non all'altezza, società poco organizzata, mio figlio merita di meglio, ....) e le altre famiglie sono dubbiose.

Non faccio fatica a credere che qualche dubbio o qualche incertezza sia proprio opera dei Campus estivi e degli Open Day.

Premetto che ogni genitore è libero di scegliere il meglio per il proprio figlio e che abbia la facoltà di portarlo dove vuole senza rendere conto a nessuno (a volte sarebbe meglio rendere conto al figlio!!!), 
ma spero sempre che a scegliere sia principalmente il bambino aiutato e sostenuto dai genitori nel valutare i pro e i contro.

Con questo articolo vorrei solo offrire dei semplici spunti di riflessione:
- diffidate di quelle società che vi promettono partite al sabato e alla domenica 
("più giocano e meglio è")

- diffidate di quelle società che vi promettono amichevoli con squadre professionistiche 
("solo confrontandosi con i più bravi si cresce")

- diffidate di quelle società che vi promettono partite con squadre di età superiore a quella di vostro figlio 
("si cresce prima e si forma il carattere")


Volete raggiungere gli stessi obbiettivi appena citati rispettando le esigenze di vostro figlio? Secondo me c'è un metodo più semplice e sereno:
alla domenica portate i vostri figli al campetto dell'oratorio del vostro paese.



I bambini si troveranno a giocare con amici che conoscono (magari compagni di scuola ma non di squadra), con altri che conoscono meno, con quelli di età e capacità differente, ma soprattutto saranno liberi di giocare come e quanto vogliono senza nessun adulto (genitori, allenatori, dirigenti, nonni...) che gli imponga delle regole.

Sedetevi quindi lontano dal campo e osservate vostro figlio: vi sorprenderete di ciò che vedrete e come me direte "Ma perchè non fa queste cose con la sua squadra?"

La libertà di provarci e di sbagliare è il metodo più allenante per migliorare i propri limiti: non sono certo le partite con i professionisti che fanno crescere!!!

E se penso che anche alla domenica, molti bambini, dopo la settimanale partita del sabato vengano caricati su auto e pulmini, obbligati a viaggiare per ore, per poi giocare a calcio solo qualche minuto ... preferisco una società che mi garantisca una buona educazione e che rispetti le famiglie lasciando la domenica libera. Sarà poi a mio figlio a decidere se raggiungere a piedi in pochi minuti l'oratorio ed organizzare il PARTITONE.

Solo così potete scoprire veramente chi è vostro figlio e cosa voglia fare veramente.

lunedì 14 maggio 2018

Aboliamo i tornei infrasettimanali

Venerdì sera. Ore 18:00. Esco dall'ufficio e mi metto in macchina per raggiungere il centro sportivo, dove mio figlio giocherà una partita di calcio di un torneo. 


Ringrazio la disponibilità del padre di un suo compagno di squadra, che è riuscito a dare un passaggio  a mio figlio, altrimenti avrei dovuto prendere un'ora di permesso al lavoro.

C'è molto traffico e comincio ad innervosirmi perchè non so se riuscirò ad arrivare al campo prima dell'inizio della partita. Dopo molte imprecazioni arrivo, ... ma la partita è già iniziata ...

Leggo il cartello affisso presso la biglietteria: 3€ il biglietto d'ingresso!!! 3€??? Penso: "Ci dobbiamo tornare almeno 3 volte!!!" Senza dire nulla, ma molto infastidito, pago ed entro. 
Il primo tempo di 15' minuti è già finito. Nel frattempo anche altri genitori e nonni arrivano trafelati in ritardo, imbottigliati nel traffico dopo una giornata di lavoro. 
Vediamo quindi solo il secondo tempo (15 minuti). Conti alla mano, la partita ci costa 1€ ogni 5 minuti (più cara della Pay TV). 
Fortunatamente mio figlio gioca due tempi, ma c'è qualche suo compagno di squadra che non ha avuto la stessa fortuna ed ha giocato solo 15 minuti. 

Per il momento tralascio la maleducazione dei genitori della squadra avversaria che imprecavano come se fosse la finale di un Mondiale, perchè la mia attenzione è rivolta alla formula di questi tornei: 80 minuti di auto, 3€ il biglietto d'ingresso e qualche bambino gioca solo 15 minuti. 

Forse c'è qualcosa che non torna. Siamo sicuri che facciamo questo per i bambini? Credo che il minutaggio andrebbe invertito: 15 minuti di viaggio ed 80 minuti di gioco, solo così un bambino potrebbe essere felice e magari anche i suoi famigliari pagherebbero più volentieri 3€. 

Non raccontiamoci balle!!! Non diciamo che questi tornei, con questa formulata con partite spalmate durante la settimana, sono affascinanti. Diciamo invece la verità: le società devono recuperare i numerosi costi di un'annata sportiva. 

So che questo articolo provocatorio non sarà gradito da tutti. Faccio comunque un appello: "Aboliamo i tornei infrasettimanali per l'attività di base". E' assurdo passare più tempo in auto che su un campo da calcio. E' assurdo pagare per vedere giocare pochi minuti il proprio figlio ed i suoi amici.

Troviamo quindi un modo più rispettoso per far incassare alle società i soldi necessari per sostenere l'attività sportiva. Nessuno dice che le società sono "in mala fede" perchè guadagnano con i tornei, anzi è legittimo, però troviamo un modo che metta veramente al centro del torneo il bambino e le esigenze delle famiglie che non possono sempre correre ovunque a finanziare società sportive.